Wanna Marchi e Stefania Nobile raccontano: “in carcere volevano che ci suicidassimo”

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Wanna Marchi e Stefania Nobile, ormai lontane dall’Italia dove hanno iniziato una nuova vita in Albania, raccontano il periodo vissuto all’interno del carcere. Ospiti della seconda puntata del programma televisivo “Seconda vita”condotto da Gabriele Parpiglia, le due donne tornano indietro nel tempo, ripercorrendo i momenti bui della loro vita.

“Abbiamo truffato, abbiamo accettato la pena. In carcere ci hanno accolto con i mitra e non ci hanno curato a dovere e abbiamo rischiato la vita. La gente non comprava i nostri prodotti, ma comprava noi. Lo sciogli pancia nemmeno esisteva. È nato per caso in autostrada, una sera, di notte. Lo compravano tutti dall’Italia alla Spagna. L’Albania ci ha ridato una nuova dignità. L’Italia ci odia ma noi abbiamo pagato il nostro debito con la giustizia e non abbiamo paura di nessuno. Se il diavolo ci incontra, si sposta”,

fanno sapere mamma e figlia.

“siamo state vittime di avvertimenti mafiosi. Ai tempi del successo abbiamo subito un attentato armato, ma non ci siamo mai piegate. E mai ci piegheremo”,

fanno sapere.

Insieme concludono:

“l’Italia è un capitolo chiuso”.

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