Giovanni Falcone (Palermo, 18 maggio 1939 – Capaci, 23 maggio 1992) è stato un magistrato e giudice istruttore italiano, noto in tutto il mondo per la sua lotta alla mafia siciliana, in particolare a Cosa Nostra.
Insieme a Paolo Borsellino, Falcone è il simbolo del coraggio e della giustizia contro il crimine organizzato. Il suo lavoro ha rivoluzionato il metodo investigativo italiano, culminando nel Maxiprocesso di Palermo, che mise alla sbarra i vertici della mafia.
Biografia: le origini e la formazione
Infanzia e studi
Giovanni Falcone nasce a Palermo, in una famiglia borghese. Dopo il liceo classico, si laurea in giurisprudenza all’Università di Palermo. In gioventù mostra interesse per il diritto e per le questioni sociali.
L’ingresso in magistratura
Dopo una breve esperienza come ufficiale di marina, entra in magistratura nel 1964. Dopo incarichi minori a Lentini e Trapani, viene assegnato al tribunale di Palermo, dove inizia la sua vera battaglia contro la mafia organizzata.
Carriera contro la mafia
Il pool antimafia
Nel 1980, dopo l’omicidio del giudice Gaetano Costa, Falcone viene inserito nel Pool Antimafia del tribunale di Palermo, creato dal giudice Rocco Chinnici e poi guidato da Antonino Caponnetto. Lì lavora insieme a Paolo Borsellino, Giuseppe Di Lello e Leonardo Guarnotta.
Metodologia innovativa
Falcone rivoluziona la lotta alla mafia con un approccio:
- Analitico e finanziario: segue il denaro (“Follow the money”)
- Collaborazione con i pentiti: soprattutto Tommaso Buscetta
- Visione della mafia come sistema unitario, con una struttura piramidale
Il Maxiprocesso di Palermo (1986–1987)
Il lavoro di Falcone e del pool antimafia porta al più grande processo penale della storia italiana contro la criminalità organizzata:
- 475 imputati
- 344 condanne
- Primo riconoscimento ufficiale della mafia come organizzazione unitaria
Il Maxiprocesso segnò una svolta epocale, ma Falcone dovette affrontare attacchi, isolamento e diffamazioni, anche da parte di ambienti istituzionali.
Direzione Nazionale Antimafia
Nel 1991 Falcone viene chiamato a Roma come direttore generale degli affari penali al Ministero della Giustizia. Qui pone le basi per la futura Direzione Nazionale Antimafia (DNA) e introduce importanti riforme, come:
- Il 41-bis (carcere duro per mafiosi)
- Il pentitismo regolamentato
- La centralizzazione delle indagini antimafia
L’attentato di Capaci
Data: 23 maggio 1992
Alle ore 17:58, sull’autostrada A29 nei pressi di Capaci, un’esplosione di 500 kg di tritolo devasta la carreggiata. Nell’attentato perdono la vita:
- Giovanni Falcone
- Francesca Morvillo, moglie e magistrato
- Gli agenti di scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani
Mandanti:
Il mandante fu Totò Riina, capo di Cosa Nostra, arrestato nel 1993. L’attentato fu parte della strategia stragista della mafia per colpire lo Stato.
Il pensiero di Giovanni Falcone
Falcone era convinto che la mafia potesse essere sconfitta con strumenti legali e istituzionali, non con l’eroismo individuale.
Frasi celebri:
“La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine.”
“Chi tace e piega la testa muore ogni volta che lo fa. Chi parla e cammina a testa alta muore una volta sola.”
Credeva nella formazione delle coscienze, nel ruolo dei giovani, nella forza della legge democratica e nel dovere dello Stato di proteggere chi combatte la criminalità.
Famiglia
- Padre: Arturo Falcone, direttore del provveditorato agli studi
- Madre: Luisa Bentivegna
- Fratelli: tra cui Maria Falcone, oggi attiva nella Fondazione Falcone, dedicata alla memoria e alla cultura della legalità
- Moglie: Francesca Morvillo, magistrato, anch’ella uccisa nell’attentato
Perché è importante Giovanni Falcone?
1. Ha cambiato il volto della giustizia
Il metodo Falcone è diventato modello investigativo internazionale nella lotta al crimine organizzato.
2. Simbolo del coraggio civile
Ha continuato il suo lavoro nonostante minacce, isolamento e ostilità, senza mai cedere alla paura.
3. Memoria viva nella società
Il suo sacrificio ha ispirato una nuova coscienza antimafia, che oggi vive in scuole, associazioni, film, libri e giornate commemorative.
4. Ha fondato la giustizia moderna
Senza Falcone non ci sarebbero stati:
- Il sistema dei pentiti
- Il carcere duro
- La lotta patrimoniale contro la mafia
- La DNA (Direzione Nazionale Antimafia)
Conclusione
Chi era Giovanni Falcone? Un giudice, un cittadino, un servitore dello Stato. È stato e resta un simbolo eterno della legalità, del coraggio e della giustizia. La sua eredità vive nella memoria collettiva di un Paese che ha imparato, grazie a lui, che la mafia si può e si deve combattere.