Paolo Borsellino (Palermo, 19 gennaio 1940 – Palermo, 19 luglio 1992) è stato un magistrato italiano tra i più importanti protagonisti della lotta alla mafia. Insieme al collega e amico Giovanni Falcone, ha rappresentato il volto coraggioso e integro della giustizia italiana negli anni più bui della criminalità organizzata in Sicilia.
Vittima di un attentato mafioso, Borsellino è oggi simbolo di legalità, sacrificio e coscienza civile.
Biografia: gli inizi e la carriera
Origini e studi
Nato e cresciuto a Palermo, in una famiglia borghese, Paolo Borsellino fu un brillante studente di liceo classico e poi di giurisprudenza all’Università di Palermo, dove si laureò a soli 22 anni, con il massimo dei voti.
L’ingresso in magistratura
Nel 1963 vinse il concorso per la magistratura. Lavorò inizialmente come giudice a Enna e poi a Palermo. Negli anni ’70, entrò a far parte del pool antimafia, insieme a Giovanni Falcone, sotto la guida del giudice Rocco Chinnici.
Carriera nella lotta alla mafia
Il pool antimafia
Negli anni ’80, insieme a Falcone, Caponnetto e altri, costituì un gruppo investigativo che cambiò la storia della giustizia italiana. Il loro lavoro portò al Maxiprocesso di Palermo (1986–1987), con 475 imputati e 344 condanne per reati di mafia.
Metodologia rivoluzionaria
Borsellino e Falcone introdussero un nuovo approccio:
- Analisi sistematica dei patrimoni mafiosi
- Uso delle dichiarazioni dei pentiti (come Tommaso Buscetta)
- Ricostruzione strutturata e gerarchica di Cosa Nostra
L’assassinio: la strage di via D’Amelio
Data: 19 luglio 1992
Pochi mesi dopo la strage di Capaci (23 maggio 1992), in cui fu ucciso Giovanni Falcone, Paolo Borsellino venne ucciso da un’autobomba in via D’Amelio a Palermo, mentre andava a far visita alla madre.
Vittime:
- Paolo Borsellino
- 5 agenti della sua scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi (prima donna poliziotto uccisa in servizio), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina
Indagini e depistaggi
Le inchieste sull’attentato sono state lunghe e controverse. Nel tempo sono emerse gravi anomalie e depistaggi, come la sparizione dell’agenda rossa di Borsellino, in cui annotava informazioni sensibili.
Il pensiero e il valore morale di Paolo Borsellino
Principi e ideali:
- Legalità come valore assoluto
- Giustizia senza compromessi
- Coraggio civico anche a costo della vita
- Fedeltà allo Stato e alla Costituzione
Frasi celebri:
“La paura è umana, ma combattetela con il coraggio.”
“Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola.”
“È normale che esista la paura, in ogni uomo, l’importante è che sia accompagnata dal coraggio.”
Borsellino credeva profondamente nel ruolo educativo e culturale della legalità. Parlava spesso con i giovani nelle scuole, convinto che la mafia si combatte anche con la cultura e l’educazione.
Famiglia
- Padre: Diego Borsellino, farmacista
- Madre: Maria Pia Lepanto
- Sorella: Rita Borsellino, impegnata in politica e attivismo antimafia dopo la sua morte
- Moglie: Agnese Piraino Leto
- Figli: Lucia, Manfredi e Fiammetta
La famiglia ha sempre sostenuto la memoria pubblica e la ricerca della verità sulla sua morte, promuovendo numerose iniziative educative e giudiziarie.
Perché è importante Paolo Borsellino?
1. Simbolo della lotta alla mafia
Borsellino rappresenta la coscienza etica della magistratura italiana e il volto più limpido della lotta contro Cosa Nostra.
2. Esempio di coraggio civile
Sapeva di essere nel mirino, ma non si è mai tirato indietro, consapevole del dovere morale verso il Paese.
3. Eredità educativa
Ogni anno, migliaia di studenti in Italia ricordano Paolo Borsellino come modello di cittadinanza attiva, legalità e impegno sociale.
4. Memoria collettiva
La sua vita e il suo sacrificio sono ricordati in documentari, libri, scuole, piazze e associazioni. Il suo nome è oggi sinonimo di giustizia.
Conclusione
Chi era Paolo Borsellino? Un uomo semplice e giusto, un magistrato che ha sacrificato la propria vita per amore della verità e della legge. Insieme a Giovanni Falcone, è un pilastro della memoria civile italiana.
Ricordare Borsellino non è solo un atto di omaggio, ma un dovere per chi crede in un’Italia libera dalla mafia.