Vladimir Luxuria parla del suo passato al Grande Fratello 16: “ero responsabile dell’infelicità dei miei genitori”

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Vladimir Luxuria opinionista televisiva, Lunedì 20 Maggio 2019 ha preso parte alla sedicesima edizione del reality show Grande Fratello entrando all’interno della casa come ospite speciale.

La casa di Cinecittà ha accolto Vladimir come ospite, e proprio all’interno della casa la donna si è lasciata andare ai ricordi passati. Vladimir Luxuria si è lasciata andare ad un racconto accorato della sua adolescenza, del momento in cui ha scoperto di non sentirsi a suo agio nel suo corpo.

“I  miei genitori all’inizio non l’hanno presa bene e in qualche modo li capisco. Io però ho avuto le sorelle e le amiche dalla mia parte, mi hanno sempre aiutata. Mia sorella mi ha dato un suo vestito, me lo sono messo e allo specchio mi sono detta ‘finalmente sono io. Poi a un certo punto mi sono detta ‘voglio provare a farlo anche fuori’ avevo 14 anni, sono uscita di casa, in una cabina telefonica mi sono cambiata, ho messo il vestito di mia sorella, ho provato a truccarmi e quando sono uscita dalla cabina ho affrontato la strada. Cercavo di capire dagli sguardi delle persone se mi avevano capita o mi stavano disprezzando. Cominciai a sentire gli insulti. Alcuni la prendevano coma se fosse una sfida alla loro identità. Poi sono arrivate anche le botte, ma non voglio fare la vittima, adesso ho superato tutto”,

racconta Vladimir. Presa dalla commozione, Vladimir ha parlato della reazione che hanno avuto i suoi genitori:

“Secondo me le mamme lo sanno da subito. Chi ti ha portato in grembo e capisce se piangi perché hai fame o hai sonno, sa tutto. Un pomeriggio ero su una panchina di una piazza della mia città, passarono mio padre con un suo amico. L’uomo guardandomi disse ‘guarda quel ricch…e’. Mio padre ha girato lo sguardo e quel ricch…e ero io. C’è stato un momento di silenzio ed entrambi eravamo congelati. Poi sapevo che dovevo tornare a casa ed affrontare tutto. A casa, sentii che in cucina i miei litigavano, incolpandosi l’uno con l’altra. Io mi sentivo responsabile dell’infelicità di coloro che mi avevano messo al mondo. Responsabile di aver reso infelici i genitori che mi avevano cresciuto, dato da mangiare. Ma non sapevo cosa fare, la mia era una cosa profonda. Non parlavamo, c’era solo il rumore delle forchette e dei coltelli. Non vedevo l’ora che il piatto finisse e chiudermi nella cameretta, per poi sentirmi sola al mondo, senza futuro, pensando di farla finita”,

racconta Vladimir.

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