Quando il corpo va in buffering: il nuovo singolo “Dimmelo” di Raffaele Poggio e la malattia che non arriva dalla rete
Il nuovo singolo di Raffaele Poggio, Dimmelo, pubblicato da Orangle Records / Mendaki Publishing, è molto più di un brano pop elettronico: è un racconto contemporaneo, una diagnosi emotiva di un’epoca in cui la connessione è totale, ma la presenza è minima.
Il pezzo indaga la frattura tra corpo e rete, tra ciò che mostriamo online e ciò che ignoriamo da tempo: noi stessi.
Il corpo in buffering: quando la connessione supera l’umano
Il videoclip di Dimmelo si apre con un’immagine potente: un uomo con il telefono fuso al volto, un’interfaccia diventata pelle.
È l’istantanea di una generazione che vive in un’arena digitale in cui:
- non ci ascoltiamo più,
- l’empatia è percepita come intralcio,
- ogni interazione è scontro, reazione, schieramento.
Una condizione che Poggio non osserva dall’esterno: la attraversa.
Nella primavera scorsa, una malattia improvvisa lo ha costretto a fermarsi. Un arresto netto, un corpo che dichiara sciopero mentre il mondo chiede velocità, performance e disponibilità continua.
Dimmelo: un brano nato dal collasso delle parole
La canzone nasce dall’osservazione del dissesto del linguaggio: frasi scagliate come detriti, compassione ridotta a interazione superficiale, risposte che precedono la comprensione.
Viviamo simultaneamente ovunque, raggiungibili e notificabili, ma mai davvero presenti.
Poggio lo racconta senza moralismi:
“Stavo vivendo dentro un rumore che chiamavo continuità. Si era trasformato in una gogna di rendimento. La malattia ha avuto la brutalità del reset forzato.”
Una società che consuma più di quanto ascolta
Negli ultimi anni la conversazione digitale si è compressa in un triangolo rigido:
- Reazione
- Schieramento
- Sentenza
I commenti superano la lettura, i thread diventano etichette, la velocità sostituisce il pensiero.
In questo contesto, Dimmelo diventa una cartografia del crollo: il momento in cui l’esposizione supera la capacità umana di assorbirla.
«Non importa se cadi, basta che non mi sfiori» – la frase simbolo della nuova grammatica emotiva
Il brano condensa la sua visione in una singola frase:
«Non importa se cadi, basta che non mi sfiori.»
Sette parole che fotografano la relazione moderna: la fragilità altrui tollerata solo a distanza, come notifica, non come contatto.
Un dolore che va bene vedere, purché non tocchi.
Il video ufficiale: lo smartphone come organo del corpo
Il social video ufficiale, firmato Knowhere Studios, utilizza un’immaginario quasi religioso per descrivere il nuovo culto del giudizio perenne.
Lo smartphone non è più oggetto: è estensione biologica, epidermide innestata, un secondo volto. Un simbolo che unisce connessione e schiacciamento.
Il suono di Dimmelo: un pop elettronico che pulsa e frena
Prodotto agli Head Studios di Torino da Luca Testa, scritto da Poggio con Matteo Ferrari e composto insieme a Riccardo Novarese, Dimmelo fonde:
- elettronica pulsante,
- ritmo incalzante,
- testo che osa rallentare dove la musica accelera.
È un pezzo che invita al movimento, ma non all’evasione: un ballo con il proprio disincanto.
Il singolo entra anche nel progetto live THE ENERGY PARTY, in cui Poggio alterna brani propri a hit dagli anni ’70 ai 2000, giocando sui contrasti tra epoche che ammettevano la pausa e un presente che non contempla l’assenza.
“Dimmelo” come cronaca del cortocircuito: sociale e personale
Il brano racconta un clima esistenziale in cui:
- l’autostima viene misurata in numeri,
- i silenzi diventano verdetti,
- le relazioni si consumano in un perenne “meritare” consenso,
- il corpo è l’ultimo confine non negoziabile.
Il vero collasso non è digitale:
è fisico, emotivo, umano.
Biografia di Raffaele Poggio
Raffaele Poggio, nato a Torino nel 1980, è un artista versatile: attore, cantante, performer e volto di progetti musicali per eventi.
Ha lavorato in:
- serie TV
- spot
- cinema
- teatro
- musica indipendente in Italia e America Latina
La sua passione per la musica nasce da bambino ascoltando brani anni ’80 e ’90 con la sorella. Dopo studi privati di canto, entra in varie band e inizia a collaborare con altri artisti.
Il suo stile si distingue per:
- intensità emotiva,
- frasi ermetiche,
- tematiche intime,
- messa a nudo delle fragilità,
- un approccio artistico influenzato da meditazione e filosofia orientale.
Oggi Poggio continua a evolversi tra musica, teatro e cinema, portando nel suo lavoro una sensibilità profonda e mai artificiosa.






