Chi era Adelina Tattilo?

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Adelina Tattilo: la rivoluzionaria dell’eros che sfidò l’Italia cattolica con la rivista Playmen

Adelina Tattilo (Manfredonia, 1928 – Roma, 2007) è stata una giornalista, editrice e produttrice cinematografica italiana, famosa per aver fondato Playmen, la più celebre rivista erotica italiana degli anni ’60 e ’70.

Considerata una vera icona femminista e pioniera della libertà sessuale, Adelina ha segnato una svolta epocale nel modo in cui l’Italia affrontava temi legati al corpo, al piacere e all’autonomia delle donne.

Origini e formazione

Nata a Manfredonia, in Puglia, in una famiglia profondamente cattolica, Adelina viene inviata dai genitori a studiare presso un collegio religioso a Ivrea, in Piemonte. Cresciuta in un contesto rigido e tradizionalista, da giovane matura un forte spirito critico e indipendente. La sua formazione la porta ad allontanarsi dai dettami della religione e ad abbracciare ideali di libertà di pensiero e di espressione, con una visione moderna del ruolo della donna nella società.

La nascita di Playmen (1967)

Nel 1967, in piena rivoluzione culturale, Tattilo fonda Playmen, una rivista erotica mensile che diventa in poco tempo la risposta italiana a Playboy. Ma con una differenza sostanziale: Playmen non si limita a mostrare nudità, bensì promuove un nudo elegante, artistico, mai volgare, accompagnato da contenuti di approfondimento culturale e sociale, spesso firmati da intellettuali e scrittori italiani di rilievo.

Caratteristiche distintive:

  • Nudo femminile raffinato, ispirato all’arte e alla fotografia d’autore.
  • Rubriche e articoli su attualità, diritti civili, sesso e politica.
  • Forte impronta femminista: le donne erano protagoniste, non oggetti.

Il successo internazionale

Nel giro di pochi anni, Playmen raggiunge una tiratura da record e viene tradotta anche per il mercato estero. Già nel 1971, la rivista valeva oltre 1,6 milioni di dollari, e il nome di Adelina Tattilo diventa sinonimo di provocazione culturale e intelligenza editoriale. Tra gli anni ’70 e ’80, la rivista ospita interviste e shooting di grandi nomi, e diventa un simbolo della rivoluzione sessuale italiana.

Le altre pubblicazioni e l’impegno femminista

Adelina Tattilo non si ferma a Playmen. Nel 1974 lancia Libera – Il giornale della donna moderna, una rivista pensata per il pubblico femminile, con articoli di cultura, femminismo e attualità, accompagnati da fotografie di nudo maschile, scelta audace per l’epoca.

Negli anni ’90 fonda Adam, una rivista dedicata al nudo maschile per un pubblico omosessuale, che resta in edicola per oltre cinque anni e apre un altro fronte nella battaglia per la rappresentazione libera e inclusiva della sessualità.

Alcuni dei suoi libri:

  • Dizionario della letteratura erotica
  • La marijuana fa bene
  • Playdux

La censura e le battaglie legali

L’attività di Adelina non fu mai facile. La rivista Playmen fu oggetto di continue censure, sequestri, processi e accuse di oscenità. Ma Adelina Tattilo non si arrese mai, trasformando ogni ostacolo in una battaglia per la libertà di stampa e di pensiero.

Le sue riviste venivano spesso ritirate dalle edicole, ma la risposta del pubblico era sempre forte: ogni volta che Playmen veniva censurata, aumentavano gli abbonamenti.

Vita privata e ultimi anni

Madre di tre figli, tutti coinvolti nel mondo editoriale e artistico, Adelina ha vissuto tra Roma e Milano, sempre attenta ai cambiamenti culturali del paese. È morta nel 2007 a Roma, all’età di 78 anni, per una malattia incurabile.

Mrs Playmen: Netflix celebra la sua storia

La figura di Adelina Tattilo è tornata alla ribalta grazie alla serie originale Netflix “Mrs Playmen”, in uscita il 12 novembre 2025. Interpretata da Carolina Crescentini, la serie racconta l’ascesa e le sfide della fondatrice di Playmen, mostrando il coraggio di una donna che ha cambiato le regole del gioco in un’epoca dominata dagli uomini.

Conclusione

Adelina Tattilo è stata molto più di un’editrice di riviste erotiche: è stata una visionaria, un’attivista e un’imprenditrice culturale. Ha sfidato convenzioni, leggi e tabù in nome della libertà, della bellezza e del pensiero critico. Con la sua opera ha contribuito a trasformare l’Italia, aprendo la strada a un dialogo più libero, maturo e consapevole sulla sessualità e sull’identità femminile.

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