IBLA, nome d’arte di Claudia Iacono, torna sulla scena musicale con il singolo “Rituale”, una fusione unica di folklore siciliano e suoni elettronici. Un pezzo che non solo rielabora il passato, ma lo trasforma in una nuova lingua del presente.
L’artista, che ha portato la voce di Rosa Balistreri sui palchi italiani ed europei, oggi scrive una propria narrazione musicale, dove le radici popolari siciliane si intrecciano con sonorità moderne. “Rituale” è un viaggio nella libertà individuale e nella consapevolezza culturale, mettendo in luce le lotte invisibili che ancora oggi molte donne affrontano.
Un matrimonio impostato
Il singolo si ispira a una scena potente e simbolica: una ragazza di sedici anni, promessa a un uomo che non ha scelto, con un destino scritto da altri e il silenzio come unica lingua concessa. Non si tratta di un episodio storico, ma di un’eco che attraversa i secoli, arrivando fino a noi. Questo quadro, evocato in “Rituale”, diventa la riflessione principale del brano, sollevando una domanda universale: quante delle scelte che chiamiamo nostre sono davvero nostre?
L’artista esplora il concetto di matrimonio forzato, ancora presente in molte aree del mondo. Secondo UNICEF, oltre 640 milioni di donne vivono le conseguenze di matrimoni contratti prima dei 18 anni, un fenomeno che colpisce soprattutto Africa, Medio Oriente e Sud Asia. IBLA collega il passato con il presente, chiedendo come le aspettative sociali e culturali possano influenzare la vita delle donne, rendendo il “destino” una gabbia invisibile, difficile da scardinare.
Un Folk rivisitato
IBLA non si limita a custodire il folklore siciliano, ma lo reinventa, trasformandolo in un linguaggio musicale vivo e dinamico. In “Rituale”, il suono stesso diventa un atto di disobbedienza, mescolando elementi tradizionali come i tamburi e le invocazioni cerimoniali con bassi elettronici e ritmi urban. La voce di IBLA, potente e tellurica, si fa portatrice di un messaggio di trasformazione: la tradizione non deve essere un limite, ma una risorsa che si rielabora per il futuro.
“Ho scritto ‘Rituale’ per capire dove finivo io e dove iniziavano le voci degli altri. La libertà non si aspetta, si prende. E inizia quando smettiamo di confondere la nostra voce con l’eco delle istruzioni altrui”, spiega IBLA. Il brano è quindi un atto di consapevolezza e di liberazione, un momento in cui la donna riconosce il copione imposto e inizia a riscriverlo, partendo dalla propria voce.
Il rituale: una magia che si rinnova
Il videoclip che accompagna “Rituale”, diretto da Andrea Vanadia e con la fotografia di André Tedesco, evita l’iconografia folklorica tradizionale per presentare una rappresentazione viscerale e cruda del rito. IBLA sovrappone corpi, simboli, e terre del Sud, dando vita a un processo di svelamento in cui il rito non rappresenta un simbolo, ma semplicemente accade. Il rito diventa un mezzo per comprendere il presente, un punto di contatto tra passato e futuro, tra tradizione e innovazione.
IBLA: chi è?
Nata ad Agrigento, IBLA è una cantante, autrice e ricercatrice sonora che ha dato nuova vita alla musica tradizionale siciliana. Con un background che spazia dal teatro alla ricerca vocale, ha portato sul palcoscenico il patrimonio di Rosa Balistreri, senza mai limitarsi alla semplice emulazione, ma proponendo un’esperienza di rilettura critica della tradizione. Dal 2015 al 2025 ha collaborato anche con Treccani su progetti editoriali legati alla cultura popolare siciliana.
Oggi, con il suo progetto solista, IBLA propone una sintesi unica di folk contemporaneo, elettronica e ritualità mediterranea, costruendo un linguaggio sonoro che non vuole conservare il passato, ma trasformarlo. La sua musica è un’indagine culturale, una rielaborazione della realtà che sfida i confini della tradizione per raccontare una nuova narrazione del presente.
Conclusione
Con “Rituale”, IBLA crea un ponte tra il passato e il presente, reinterpretando la tradizione siciliana non come un museo da visitare, ma come un terreno fertile dove nascono nuove possibilità. Con la sua voce potente e il mix di sonorità elettroniche e folkloriche, IBLA non solo canta, ma scardina i confini imposti dalla cultura, spingendo verso una libertà individuale che nasce dalla consapevolezza di sé. La tradizione, in questo senso, non è più un vincolo, ma una risorsa che si reinventa nel momento presente.






