Scopri la vera storia di Margot Wölk, l’unica sopravvissuta tra le assaggiatrici di Hitler. Una testimonianza scioccante tra storia, silenzio e coraggio
Chi era Margot Wölk?
Margot Wölk è stata una delle quindici donne tedesche costrette a diventare assaggiatrici personali di Adolf Hitler durante la Seconda Guerra Mondiale. La sua storia è rimasta nell’ombra per decenni, fino a quando, all’età di 95 anni, decise di raccontare pubblicamente la sua esperienza. È l’unica sopravvissuta conosciuta tra le assaggiatrici del Führer.
Contesto storico
Tra il 1941 e il 1944, Hitler si rifugiò in un quartier generale segreto situato in Prussia Orientale, noto come la “Tana del Lupo” (Wolfsschanze). Poiché il timore di essere avvelenato era costante, un gruppo di donne veniva obbligato ogni giorno a testare tutti i pasti prima che fossero serviti a Hitler.
Margot Wölk: biografia breve
- Data di nascita: 27 dicembre 1917
- Luogo di nascita: Berlino, Germania
- Professione: Segretaria
- Reclutamento: 1942, a 25 anni, a Gross-Partsch, in Prussia Orientale
- Data della rivelazione pubblica: 2012
- Morte: 2014, a Berlino, all’età di 96 anni
Margot era una giovane berlinese trasferitasi temporaneamente in campagna per sfuggire ai bombardamenti. Proprio lì venne costretta a lavorare per il regime, senza possibilità di rifiuto.
La vita come assaggiatrice di Hitler
Margot raccontò che ogni giorno, a mezzogiorno, un ufficiale SS portava i piatti dalla cucina del quartier generale. Le assaggiatrici sedevano in fila in una grande stanza e mangiavano ogni singolo piatto previsto per Hitler. Dopo un’attesa di circa un’ora, se nessuna di loro mostrava sintomi, il cibo veniva servito a Hitler.
“Il cibo era vegetariano e delizioso, ma avevamo il terrore costante che ogni boccone potesse essere l’ultimo.” – Margot Wölk
Il bombardamento e la fuga
Nel 1944, dopo un bombardamento sovietico che colpì la zona, la “Tana del Lupo” fu evacuata. Molte delle assaggiatrici morirono o scomparvero. Margot fu l’unica a sopravvivere grazie all’aiuto di un ufficiale ferroviario che la riportò clandestinamente a Berlino.
Un silenzio lungo 70 anni
Per oltre 70 anni, Margot Wölk non raccontò a nessuno la sua storia. La paura, la vergogna e il trauma la spinsero al silenzio. Soltanto nel 2012, poco prima della sua morte, ruppe il silenzio in un’intervista a un giornalista tedesco, rivelando uno degli aspetti più inquietanti e meno noti della macchina nazista.
Le violenze subite
Durante il suo ritorno a Berlino, Margot subì violenze da parte dei soldati sovietici. Nonostante questi traumi, trovò la forza di ricostruire la sua vita, sposarsi e continuare a lavorare, portando il peso di un’esperienza che la segnò profondamente.
L’eredità culturale: dal libro al film
La testimonianza di Margot ha ispirato opere letterarie e cinematografiche:
Romanzo:
- “Le assaggiatrici” (2018) di Rosella Postorino
Vincitore del Premio Campiello, si ispira liberamente alla storia di Margot.
Film:
- “Le assaggiatrici” (2025), regia di Silvio Soldini
Un adattamento cinematografico che porta sullo schermo la vita di una delle testimoni più silenziose del nazismo.
Significato storico
Margot Wölk rappresenta la voce delle donne dimenticate nella storia del nazismo. La sua esperienza evidenzia il ruolo passivo e forzato di tante donne nella macchina bellica tedesca, spesso complici loro malgrado.
Il suo racconto rompe l’idea che la guerra fosse fatta solo al fronte: anche le cucine, i letti e i silenzi erano campi di battaglia.
Conclusione
La vera storia di Margot Wölk è un capitolo intenso e drammatico della storia europea. È un monito contro il silenzio, contro l’oblio, e una testimonianza che ci ricorda come anche chi sembra “lontano dal fronte” possa essere prigioniero e vittima della guerra.